L'Abito


Abbigliamento: per il Sabatini Coletti è “l’insieme di indumenti con cui ci si veste e loro accessori”. Per l’uomo elegante (e non solo per lui) è un metalinguaggio: è il mezzo più efficace con cui si possa esprimere se stessi e le proprie idee. Trascurare l’abbigliamento mentre si manifesta il proprio pensiero equivale a trascurare la grammatica in un testo scritto.

Artigianale: la sola via all'eleganza. La produzione industriale, seriale e massiva, conduce all'omologazione. Ch'è banale, inelegante per definizione. 

Asimmetrie: sono caratteristica del corpo e dell'abbigliamento. Un fazzoletto da taschino, un orologio, un anello, una spilla, un'asola. Ognuno al proprio posto.

Biancheria: lo dice il nome, deve, o dovrebbe essere, bianca. Piccoli motivi nei boxer, tagliati in modo tradizionale, sono accettabili. I pari gamba lo sono molto meno; la scritta Dolce & Gabbana che spunta dai pantaloni a vita bassa è un attentato all’estetica pubblica. La maglia della salute, se è possibile, è meglio evitarla: se non è possibile, che sia invisibile sotto la camicia che andrà sempre portata con il colletto chiuso. Un colletto aperto sotto il quale spunta il tessuto di una t-shirt è inqualificabile.

Blazer: è la giacca con la quale il gentiluomo affronta la maggior parte dei suoi momenti di libertà ma che, nella sua evoluzione, è oggi largamente accettata anche in contesti semi formali. Deve il suo nome, secondo la più diffusa delle opinioni, alla HMS Blazer, la nave da guerra britannica che, per prima, assunse questa giacca a propria divisa.
Nella sua versione tradizionale, il Blazer è confezionato a “doppio petto” con bottoni dorati, ma è ormai naturale trovare, nei guardaroba eleganti, versioni a un solo petto che risultano altrettanto convincenti.
I bottoni possono essere, oltre che dorati, anche argentati: nel primo caso il Blazer è più adatto alle situazioni ludiche e sportive (circoli, club, passeggiate) mentre la seconda configurazione lo rende adeguato anche alle circostanze professionali (ma non nei settori di finanza o legge che, per loro natura, esigono un contegno ancora più formale).
Per convenzione il Blazer, essendo una giacca diurna, non si accompagna mai alle scarpe nere: può essere portato con la cravatta o, nelle situazioni più informali, abbinato ad un voluttuoso cache col. Si giova in massima misura della compagnia di pantaloni grigi (nelle tonalità più o meno chiare) o beige.
Senza cravatta e con i jeans è la quintessenza della corruzione intellettuale che è alla base della crisi del mondo moderno.

Bottoni: in ottone e metallo, sul blazer; in madreperla, su abiti e camicie; in corozo, sugli abiti completi; in corno, sulle giacche sportive; ricoperti, sugli abiti di società. Le cuciture possono essere incrociate (solide e dinamiche), a binario (precise e rigorose), a giglio (barocche, forse troppo).

Camicia: potrà forse non essere il segreto della vera eleganza ma è certo l’indice della cura e, come scrive Honorè del Balzac nel “Trattato delle vita Elegante”, “La cura è il sine qua non delll’eleganza”. E’ un indumento intimo, poiché molti la indossano a diretto contatto con la pelle: per questa ragione va mantenuta, curata e cambiata come si conviene a un capo di questa natura.
Quella bianca, candida e splendente, è la scelta obbligata per la sera (abbinata ad un abito scuro, cravatta sobria e scarpe nere): nelle tonalità dell’azzurro è magnifica di giorno, sia in tenute lavorative che ludiche. A bastoni, sui base bianca, è un ideale complemento di eleganza sportiva. A quadri di piccole dimensioni sono perfette per le ambientazioni bucoliche. A quadroni vanno bene solo per i boscaioli canadesi.
Le migliori sono su misura, con asole cucite a mano e bottoni in madreperla. I tessuti si acquistano in drapperia (ce ne sono ancora, nelle grandi città), le camiciaie sono in via di estinzione ma sopravvivono, per chi ha voglia di cercare.

Colletto: è uno dei tratti distintivi delle camicie. La mia ha vele morbide con interni non incollati (opzione possibile solo nel su misura). Una buona camiciaia saprà esaudire i desideri estetici del suo cliente, una camicia di confezione è invece limitata ad alcuni colli standard: francese, mezzo francese, italiano.


Doppiopetto: è una delle possibili versioni della giacca. Può avere, generalmente, due abbottonature: quella più classica è a 6 bottoni, quella più sportiva è a 4 bottoni (detta Kent). Lungamente confinato in un registro formale, il doppiopetto ha oggi riscoperto anche la sua chiave sportiva, filologicamente corretta visto che la giacca sportiva per eccellenza, il blazer, nasce configurato come doppiopetto. Più ancora che nella versione monopetto una giacca doppiopetto, per risultare efficace, deve avere un taglio impeccabile. Il punto vita, per evitare un antiestetico effetto "scafandro", deve essere ben avvitato. Le spalle saranno naturali, senza eccessivi sostegni: la parola chiave di un bel doppiopetto è "leggerezza", poiché essendo una giacca di per sé molto strutturata beneficia di una linea filante.


Quando si è in piedi, indipendentemente dalle condizioni climatiche, il doppio petto deve restare abbottonato: questa giacca non è pensata per essere portata aperta e l'effetto che restituisce qualora lo sia è raccapricciante.

Come sempre quando ci si siede la giacca andrà sbottonata con nonchalance. 

Risvolto: nei pantaloni (mai in quelli eccessivamente formali o negli abiti di società) il numero aureo è 4. Sono i centimetri che gli eleganti concedono al risvolto. Io, che devo sempre distinguermi, lo preferisco a 5. Sono dettagli. Fondamentali. Ognuno lavori per determinare i propri.

Smoking: è la traduzione italiana del Dinner Suit inglese (o tuxedo, in americano). E’ un abito composto da giacca nera con revers a scialle o a lancia, mono o doppiopetto; pantaloni neri (di norma con una linea in raso sulla cucitura), camicia bianca, cummerbund (una fusciacca di raso nero) o gilet; papillon e pump, le tipiche scarpe di vernice che si abbinano a questo abito. D’estate la giacca può essere bianca: quest’ultima versione, superbamente elegante, è tanto diffusa nel mondo anglosassone quanto lo è poco da noi, essendo qui confinata al mondo delle divise dei camerieri. E’ una stupida ingiustizia che priva gli italiani di una mise iconografica. Complemento irrinunciabile è il papillon ben annodato: con lo smoking, sebbene qualche stilista abbia tentato di sdoganarla, non assoluto alla cravatta, ancorché nera. 

Tre pezzi: l'abito tre pezzi è composto da giacca, pantaloni e panciotto. Su un abito completo il panciotto è parte integrante della mise e deve essere dello stesso tessuto e della stessa fantasia del resto del vestito (diversamente, su abiti "spezzati" il panciotto può anche essere un tocco eccentrico). Il panciotto può essere mono o doppiopetto: qualora sia tagliato a petto singolo dovrà sempre restare abbottonato avendo cura di lasciare slacciato l'ultimo bottone in basso. Nella versione doppiopetto l'abbottonatura potrà essere totale. 

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